Un messaggio per Pentecoste

Gioele 2:28-29 «Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni. Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quei giorni il mio Spirito.


Raccontando l’evento della Pentecoste, il libro degli Atti cita questo brano del profeta Gioele. La Bibbia narra che Mosè disse: “magari fossero tutti profeti nel popolo!” In Gioele il desiderio di Mosè prosegue, potremmo dire che si espande e diventa promessa: “io spargerò il mio spirito su ogni persona”. A Pentecoste abbiamo visto che questa promessa si è compiuta, dagli apostoli in poi è data a tutti e tutte i credenti la possibilità di parlare di Dio.
Ne abbiamo particolarmente bisogno oggi; mentre scrivo questa riflessione, la televisione manda nelle nostre case scene di guerra vicinissime ai nostri confini. Con essa vediamo disperazione e dolore: la negazione di ogni promessa di pace dataci e comandataci dal Signore.
La salvezza di Cristo ha bisogno di essere annunciata e vissuta di nuovo e con più forza. Ci eravamo illusi di poter fare da soli, col nostro spirito umano e le nostre capacità, e ci accorgiamo che tutto, tra pandemie e peccato umano, può essere distrutto in un attimo.
Il dono dello Spirito ci permette di essere protagonisti di salvezza e di speranza in un mondo disincantato, arrabbiato e incapace di sorridere al futuro.
Ogni uomo, ogni donna può annunciare e vivere un po’ di quella comunione e solidarietà che oggi sono distrutte nei rapporti umani e che rendono il mondo preda della violenza e della sopraffazione.
Ma non possiamo farlo da soli o da sole.
A Pentecoste, Dio ci indica un tempo nuovo, il tempo in cui è nata la chiesa. Una realtà umana, non magica, infallibile o mediatrice di Dio, ma dataci dal Signore per essere il luogo dove si ritrovano quelli che si sentono spinti a parlare e vivere della speranza di Cristo.
Andiamo avanti sapendo che lo Spirito del Signore può darci dei segni di pace anche nelle guerre, dei segni di speranza quando tutto appare incerto, e dei segni di fraternità anche in mezzo alle lotte di questo mondo. Quindi, come già scrivevamo anni fa, smettiamo di resistere alla chiamata del Signore e al suo Spirito che ci illumina, e ricordiamoci delle promesse fatte nel battesimo e nella confermazione. Il Signore può sorprenderci sempre in positivo, anche nella negatività del mondo!

Claudio Pasquet