La nostra storia

Anticamente “Prarustin et Rocheplatte” formavano una grande Chiesa, su un vasto territorio abitato quasi interamente da protestanti (2.407 valdesi e 63 cattolici nel 1844), ripartito in ben 10 quartieri.

A Roccapiatta, luogo d’origine della maggior parte delle famiglie, sorgeva il tempio, abitava il pastore e si celebrava il culto principale. Fu lì che i delegati delle Valli, Enrico Arnaud in testa, nel 1686 decisero la resistenza armata contro le truppe del duca di Savoia

In seguito crebbe l’importanza di Prarostino, dove, insieme alla coltura della vite, prosperavano i quartieri più popolosi. Nel 1828 si ingrandì il tempio di San Bartolomeo, fin lì una modesta “capanna”, e si iniziò a costruire il presbiterio. Quando il pastore vi si trasferì definitivamente, il centro delle attività della Chiesa si spostò a Prarustin, e il nome Rocheplatte fu abbandonato anche nei documenti ufficiali.

Fino a inizio novecento la Chiesa gestiva anche l’attività scolastica. Nell’ambito di un riordino delle scuole, nel 1887 si costruì la Scuola “Umberto I”, usata anche come sala di attività dagli abitanti valdesi di San Secondo. In quegli anni, nella fitta rete di scuole, operavano ben 15 maestri.

Nel periodo fra le due guerre, diverse iniziative: i giovani costruiscono una sala per le recite; la Casa Estiva, pensioncina di vacanze accanto al presbiterio, funziona bene e procura qualche entrata; nel 1940 si inaugura la cappella del Roc.

Poco dopo, i rastrellamenti nazifascisti del ’43 e ’44 lasciano vittime, torture, incendi e saccheggi. Brucia la scuola-cappella di Pralarossa. Il pastore, preso in ostaggio, rischia di essere fucilato.

La tendenza della popolazione a scendere verso il piano, manifestatasi già nell’800, si accentua nel secondo dopoguerra, con il grande sviluppo industriale. Questo, insieme alla costituzione della Chiesa di S. Secondo nel 1958 (che comportò il distacco di 91 famiglie e 215 membri comunicanti)
ha contribuito a “svuotare” la comunità. E dato che a Prarostino, divenuto zona residenziale, la popolazione complessiva è aumentata, la Chiesa è oggi punto di riferimento per una popolazione (388 membri al 1° gennaio 2020) che rappresenta solo un terzo del totale.

Da tempo non è più l’istituzione principale; può però continuare a portare il messaggio evangelico e cooperare al bene del territorio