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Storia

La Bibbia aperta sul tavolo, sempre. Alla spalle il pulpito dal quale il pastore, nella predicazione della Parola – momento centrale del culto protestante – esprime la sua fede e quella della comunità; le pareti prive di qualsiasi immagine; l’organo per accompagnare il canto degli inni, elemento fondamentale della liturgia. In questo spazio che compendia i principi basilari del protestantesimo, “l’essere chiesa” diventa sostanza. Da qui partono i passi successivi, il dialogo territoriale e interconfessionale, l’impegno e la concretezza dell’agire. Ma il culto è – e deve rimanere – il momento centrale e fondante di una comunità di fede; il momento in cui tutte quelle diverse attività, tutte le sensibilità, tutte le diversità che la nostra comunità esprime si riuniscono, si ricompongono, si arricchiscono reciprocamente per dare lode al Signore e per ascoltare la sua Parola.

Essere valdesi nel contesto delle nostre Valli significa anche vivere un intreccio di fede, storia, identità. Questi “ingredienti” sono presenti in misura diversa in ciascuno e ciascuna; ciò che unisce è l’appartenenza alla comunità di fede: non si è valdesi da soli. Per questo nell’ambito della nostra chiesa coesistono numerose attività in cui tutte e tutti possono trovare modo di esprimere i propri talenti e offrire un po’ del proprio tempo: dal canto allo studio biblico, dalla società di cucito al gruppo giovani, dall’iniziativa del tempio aperto ai progetti di diaconia e presenza nel sociale.

L’identità e il modo di vivere la fede che ci caratterizzano sono maturate attraverso secoli ricchi di avvenimenti, dove si sono alternati periodi di relativa pace e libertà di culto a lunghi anni di persecuzioni e segregazione: l’insediamento dei primi valdesi nei territori de La Tour cui segue il confinamento nel “ghetto” secondo le limitazioni territoriali imposte nel Cinquecento, l’adesione alla Riforma protestante nel 1532, il secolo buio del Seicento, che porta con sé l’assolutismo monarchico e religioso e le persecuzioni feroci volte a sterminare il popolo valdese ma che culminerà con il Glorioso Rimpatrio del 1689. Il Settecento segna una forte apertura verso l’Europa, con l’appoggio politico ed economico delle grandi potenze protestanti per arrivare all’Ottocento, in cui Carlo Alberto di Savoia concederà, con le Lettere Patenti (1848) i diritti politici e civili: evento culminante che porta con sé anche l’autorizzazione alla costruzione di un nuovo tempio (quello del Centro, inaugurato nel 1852); il più antico (tempio dei Coppieri), edificato secondo la tradizione nel 1556, aveva accolto per secoli il dolore e il coraggio di una comunità perseguitata, segregata, condannata alla prigionia e all’esilio, che nel 1848 aveva potuto finalmente abbandonarsi alla gioia e celebrare il culto di ringraziamento. Oggi la comunità di Torre Pellice si riunisce in entrambi i templi (orari e indirizzi sono indicati nei “Contatti”)

La concessione delle libertà darà un vivo impulso all’evangelizzazione verso il resto d’Italia e un forte impegno sul territorio locale rivolto, in particolare, all’istruzione e al sociale.

Il “libro aperto” che a Torre Pellice richiama la stretta connessione tra fede religiosa e istruzione è rappresentato dal Quartiere valdese. Ubicato lungo la via Beckwith, nella parte occidentale di Torre Pellice interdetta ai valdesi fino al 1848, comprende oltre al già citato tempio del Centro: il presbiterio, il Collegio valdese, le case dei professori, l’edificio del Pensionnat (oggi parte del complesso della Foresteria), la Casa valdese (nella cui aula si svolge l’annuale Sinodo), la Casa unionista, il Convitto (attualmente ospita la Fondazione Centro vulturale valdese – comprendente il Museo, la Biblioteca e l’Ufficio di promozione degli itinerari valdesi “il barba” -, la Società di Studi valdesi, gli archivi della Tavola valdese e della Società di Studi valdesi, l’Archivio fotografico, l’Ufficio beni culturali della Tavola valdese). Il monumento dedicato a Henri Arnaud, posto all’inizio di via Beckwith angolo via Roberto d’Azeglio, è l’ultima opera in ordine cronologico di costruzione (fu inaugurato nel 1926).

Poco distante si trova la Casa delle Diaconesse, mentre l’Ospedale valdese, inaugurato nel 1826, è stato costruito a circa un chilometrico dal concentrico.

In questo contesto così ricco si percepisce un forte attaccamento al territorio locale, ma si respira anche aria internazionale, alimentata ancora oggi dai numerosi stranieri in visita al Museo valdese e ai luoghi storici, alla scoperta delle nostre origini e della nostra storia.

La comunità di Torre Pellice è aperta, dialogante e collaborativa: con le istituzioni pubbliche e con le associazioni sul territorio sono presenti tavoli di confronto e di progettazione di iniziative solidali e di aiuto al prossimo. Organizziamo e ospitiamo eventi culturali: concerti, conferenze, mostre e altre iniziative.