A Prali, sabato 18 e domenica 19 dicembre l’iniziativa con la chiesa valdese di Massello
Nel salone della chiesa valdese di Prali, sabato 18 e domenica 19, a partire dalle ore 12, si tiene la terza edizione del Bazar della lana a favore dell’Associazione Mosaico.
Fin dal primo bazar, la chiesa valdese di Massello ha deciso di destinare gli incassi ai rifugiati assistiti dall’associazione Mosaico di Torino. Con il proseguimento di questa iniziativa si è messo a fuoco un nuovo progetto di sostegno ad alcuni rifugiati artisti che desiderano ricominciare ad esercitare le loro capacità. Negli ultimi due bazar abbiamo avuto la presenza collaborativa di una giovane rifugiata yemenita che ha potuto esporre e vendere alcune sue opere di pittura su vetro.
Da quando abbiamo iniziato, nell’estate 2020 a Massello, abbiamo anche avuto l’opportunità di collaborare con altre chiese delle valli. A fine agosto 2021 la chiesa di Pomaretto ci ha ospitati per la proiezione di un film che illustrava la situazione del pericoloso passaggio dei migranti alla frontiera francese di Briançon. In Ottobre il bazar è stato invitato dalla chiesa di Prarostino in occasione della domenica di apertura delle attività .
Ed eccoci al terzo appuntamento, che vede coinvolte le due comunità di Massello e di Prali. Già in precedenza alcune signore di Prali avevano manifestato interesse per l’iniziativa e avevano donato lavori fatti da loro a maglia, oltre a partecipare come visitatrici al bazar di Massello. Questo interesse ha stimolato il piccolo gruppo di signore già impegnate a produrre capi di lana fatti a mano, a immaginare un possibile allargamento del numero delle collaboratrici. È dunque sembrato naturale incontrare l’Unione Femminile di Prali per consolidare la collaborazione e approfondire la riflessione.
Nell’incontrarci è stato bello ed emozionante riscoprire la comune passione per un patrimonio culturale prettamente femminile, appreso fin da piccole. Familiarizzarci in giovane età con un buon uso delle risorse per l’abbigliamento grazie al lavoro a maglia si è rivelata, a ben vedere, una esperienza formativa che offre lezioni di estrema attualità. Ci è chiaro oggi che lavorare a maglia è stata una comune esperienza di apprendimento precoce svolto in compagnia, senza vincoli costrittivi di programma, di orario, o di routine quotidiana.
Le tecniche per cimentarsi con capi di crescente difficoltà, dalle semplici calze (prima il gambale e il tallone, poi la suola e la caviglia, quindi la parte davanti a punta …), fino ai capi e alle tecniche più impegnative, s’imparavano osservando i lavori delle sorelle maggiori e altri familiari vuoi in casa vuoi durante le veglie nella stalla: sforzi di emulazione senza l’ansia della competizione o il timore dell’insuccesso. E nella bella stagione tanto tempo per realizzare piccoli manufatti utili, mentre con le coetanee si andava al pascolo, dove si esercitava sulle grandi mucche un’autorità indiscussa e sicura. Questo tipo di apprendimento, individuale ma non solitario, che favorisce calma e raccoglimento piuttosto che non velocità e spirito di competizione, si interiorizza e diventa fonte di soddisfazione. È un percorso di formazione utile per istruire e conferire autonomia ai giovani e alle giovani, in ogni tempo.
Ciò vale, siamo convinte, anche e per il tempo presente. Oggi nutrire la visione di un ambiente concepito su una scala gestibile e sostenibile, contrastare l’inquinamento prodotto dalle microplastiche delle fibre sintetiche, apprezzare adeguatamente la longevità e la possibilità di riciclo delle fibre naturali, con relativa riduzione dei problemi di smaltimento di rifiuti… sono argomenti che ci riguardano più che mai.
Se nelle nostre comunità organizziamo attività alla nostra portata (bazar per autofinanziarsi), mettiamo a frutto delle conoscenze antiche ma tuttora esistenti per trasmettere ai più giovani delle capacità creative e autonome (lavorare a maglia, all’uncinetto, rammendo…) e riflettiamo insieme in modo costruttivo per affrontare i problemi del presente; non saranno proposte nostalgiche bensì di impegno comunitario di base pienamente all’altezza dei tempi.
Per quanto riguarda l’interesse femminile all’iniziativa del “bazar della lana” resta da aggiungere un fatto estremamente positivo, il numero delle signore che entrano in contatto con noi per donarci dei capi di lana o degli oggetti artistici sta aumentando, e sempre esprimono simpatia e solidarietà per i rifugiati destinatari di questo piccolo impegno comunitario.
(Lucilla Tron e Edda Tron – testo pubblicato su Riforma-L’Eco delle valli valdesi, n.48/17 dicembre 2021)